Archivio per categoria: Corporate e Governance, Risk & Compliance

Decreto privacy. Il Parlamento è favorevole, con correttivi: quali? 2.07.18

Rilasciato, dalla Commissione speciale per gli atti del Governo, parere favorevole allo schema di decreto legislativo di armonizzazione dell’ordinamento italiano al GDPR. Il parere contiene molte richieste di modifica del testo pur confermando il suo impianto generale. In definitiva: nessuna abrogazione integrale del codice della privacy, ma amplissime rivisitazioni, abrogazioni e integrazioni. Il parere si chiude con la richiesta al Garante per la privacy di valutare la possibilità che, in una fase transitoria (non inferiore a 8 mesi) e successiva all’entrata in vigore del decreto legislativo, non siano irrogate sanzioni alle imprese, ma si dispongano solo ammonimenti o prescrizioni di adeguamento alla nuova disciplina. Quali sono le modifiche richieste?
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Crittografia e pseudonimizzazione nel GDPR, 29.06.2018

Cifratura dei dati e pseudonimizzazione sono strumenti differenti tra loro, ma con un medesimo fine: oscurare il dato per renderlo incomprensibile a coloro che non hanno i codici per accedervi. La crittografia si basa, di solito, su un algoritmo di cifratura e su una passphrase che “apre” e “chiude” i dati. La pseudonimizzazione garantisce i dati personali, facendo in modo che gli stessi non siano attribuibili ad una persona fisica identificata o identificabile. Entrambe sono comunemente considerate dal GDPR alcune delle tecniche più efficaci per garantire una reale protezione delle informazioni.
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GDPR: il delicato rapporto tra accountability e sanzioni, 25.06.18

Ai fini dell’applicazione delle sanzioni amministrative previste dal GDPR, in caso di inadempimento degli obblighi in materia di privacy spetta all’autorità di controllo che accerta l’illecito provare la violazione. In particolare, l’organo accertatore non può limitarsi a compilare un verbale di infrazione generico, ma deve dettagliare in positivo gli elementi della violazione. Di conseguenza si passerà alla concreta individuazione delle condotte perseguite solo a posteriori, dalle motivazioni delle sanzioni irrogate nei casi specifici. Come devono comportarsi i titolari del trattamento dei dati per essere in regola?
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Smart working e privacy del lavoratore: come leggere il GDPR, 21.06.2018

Il Jobs Act autonomi ha disciplinato lo smart working o lavoro agile definendolo una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Alla mera lettura della definizione legislativa emergono alcuni problemi aperti sul fronte privacy. Tali profili riguardano la base giuridica del trattamento e gli aspetti connessi all’uso delle tecnologie, nonché ai controlli del datore di lavoro. Il GDPR scioglie i dubbi?
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Privacy 4.0: diritto all’oblio e alla portabilità dei dati, 18.06.2018

Il GDPR prevede il diritto all’oblio, che garantisce una tutela più forte rispetto al diritto alla cancellazione dei dati disciplinato dal Codice privacy. Previsto anche il diritto alla portabilità dei dati personali in forza del quale l’interessato ha diritto a ricevere in un formato strutturato e leggibile i dati personali che lo riguardano per trasmetterli ad un altro titolare del trattamento.
L’attuale Codice Privacy prevede il diritto degli interessati alla cancellazione dei dati mentre il nuovo Regolamento UE 2016/679 prevede un diritto ancora più pregnante: il diritto all’oblio.
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Privacy e cancellazione dei dati: nuovi adempimenti per il titolare del trattamento, 14.06.2018

Per proteggere realmente i diritti dell’individuo diventa essenziale prevedere la “morte” del dato soprattutto nell’ambiente online che tutto ricorda e diffonde. Ed è per questo che il GDPR rafforza il diritto alla cancellazione dei dati personali unitamente al diritto all’oblio, e non solo in presenza di un motivo specifico, ma anche, genericamente, perché non ha più senso che le informazioni, pur raccolte legittimamente, restino in vita. Tuttavia è nei doveri specifici posti a carico del titolare del trattamento la vera portata innovativa del regolamento UE: quali sono?
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GDPR: come gestire il data breach, 11.06.2018

Nel caso si verifichi una violazione della sicurezza dei dati, data breach, il GDPR impone al titolare del trattamento di notificare, entro 72 ore, la violazione all’autorità garante per la protezione dei dati personali e di effettuare una comunicazione agli interessati, per informarli dei possibili rischi per la tutela dei propri diritti. Con particolare riferimento alla notificazione, il GDPR impone un contenuto minimo, che comprende le caratteristiche della violazione oggettive e soggettive, l’indicazione del responsabile della protezione dei dati, la descrizione delle probabili conseguenze della violazione medesima, nonché la descrizione delle misure adottate o pianificate per porne rimedio e per attenuare i possibili effetti negativi. Esistono dei casi specifici che esonerano dall’obbligo di notificazione e comunicazione?
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Trattamento dei dati nei rapporti di lavoro: il GDPR attende la nuova privacy italiana, 8.06.2018

Per la disciplina della privacy applicata al contratto di lavoro il GDPR fa un generale rinvio alla legislazione nazionale ed alla disciplina pattizia. La scelta del legislatore europeo è nel segno della continuità normativa in materia di tutele e prerogative individuali e sindacali. Più analiticamente, il regolamento UE rinvia ai singoli Stati la previsione, con legge o tramite contratti collettivi, di norme più specifiche per assicurare la protezione dei diritti e delle libertà con riguardo al trattamento dei dati personali dei dipendenti nell’ambito dei rapporti di lavoro. Previste, però, alcune norme specifiche sia con riferimento ai presupposti del trattamento dei dati dei lavoratori, sia con riferimento all’organizzazione aziendale: cosa dispongono?
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GDPR: un sistema sanzionatorio a due livelli, 5.06.2018

Dal 25 maggio 2018 è operativo il nuovo sistema sanzionatorio introdotto dal GDPR. Le violazioni ai precetti del Regolamento europeo sono punite con sanzioni pecuniarie amministrative. La tecnica utilizzata costruisce le fattispecie incriminatrici, richiamando l’articolo contenente gli obblighi o i divieti seguito dall’indicazione di un massimo edittale. Sarà l’autorità di controllo a graduare la sanzione nei casi concreti. Due, inoltre, i “livelli” sanzionatori possibili: il primo si applica alle violazioni del titolare e del responsabile del trattamento. Il secondo, il più elevato, concerne le violazioni dei principi di base: cosa prevede?
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Privacy digitale: il vecchio codice si adegua al GDPR, 30.05.2018

GDPR e nuovo codice della privacy: sono i due piedistalli su cui si svilupperà la nuova disciplina della privacy per imprese e professionisti. E mentre il primo è diventato operativo, in tutti gli Stati UE, dal 25 maggio prossimo, il secondo sembra subire, invece, un rallentamento. La delega per l’emanazione del decreto scadeva il 21 maggio 2018, ma il termine è stato prorogato di 3 mesi. Lo schema di decreto legislativo è attualmente all’esame delle Camere, che dovranno esprimere il parere entro il 23 giugno 2018. Cosa prevede lo schema di decreto?
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