Smart working: consigli pratici per tutelare la privacy del lavoratore , 17.03.2020

I datori di lavoro possono controllare l’attività svolta dai lavoratori in smart working? In caso affermativo, in quali ipotesi e quali procedure occorre rispettare? Sono alcune delle più frequenti domande che si pongono (soprattutto ora) le aziende e gli studi professionali che hanno attivato il lavoro agile secondo le prescrizioni del Governo emanate al fine di arginare la diffusione del contagio da Coronavirus. Il punto di partenza è, come sempre, l’obbligo di rispettare l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori con il divieto di mero controllo a distanza del lavoratore se non in presenza di determinati motivi giustificativi.
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Comunicazione di Servizio

Si comunica che, a seguito delle indicazioni emanate dalle autorità statali e sanitarie sulla corrente emergenza sanitaria, lo Studio ha attivato nel rispetto delle suddette indicazioni modalità di “lavoro agile” che consentono l’auspicato “distanziamento sociale”.
Nella stessa ottica invitiamo la clientela a recarsi presso lo Studio solamente dopo aver concordato un appuntamento e ad utilizzare metodi alternativi di comunicazione (mail, telefono, videoconferenza) almeno fino al prossimo 4 aprile.
Lo studio rimane a disposizione con un adeguato presidio a sostegno delle richieste legate alle scadenze imminenti ed alle attese novità di natura economica sulla emergenza in corso.
Grazie per la vostra collaborazione.

I reati tributari e reaponsabilità 231: tutto quello che serve sapere dopo la riforma, 9.03.2020

Come già anticipatovi attraverso alcuni articoli riguardanti il tema, con il decreto fiscale 2020, collegato alla legge di Bilancio, il legislatore ha inasprito le pene, abbassato alcune soglie di punibilità, esteso per i delitti più gravi la responsabilità amministrativa delle società (prevista dal D.Lgs 231/2001) ed ha introdotto per taluni illeciti la confisca per sproporzione e il preventivo sequestro. Per una rapida e immediata consultazione delle novità introdotte, vi rinvio all’articolo allegato scritto dall’amico Avv. Antonio Iorio che ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare durante l’espletamento di un incarico congiunto presso il gruppo Equitalia (ora Agenzia delle Entrate).
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Coronavirus e privacy dei lavoratori. Cosa deve fare il datore di lavoro, 6.03.2020

Anche a tempi del Coronavirus i datori di lavoro devono attenersi alle indicazioni del Ministero dellaSalute e delle istituzioni competenti. Questa è l’indicazione del Garante della privacy in merito allesegnalazioni pervenute sulla possibile raccolta di autocertificazioni dei dipendenti sul proprio stato disalute. Solo le autorità pubbliche preposte ex lege ad affrontare l’emergenza sanitaria possono trattare i dati personali dei soggetti nei limiti delle disposizioni emergenziali. Dall’analisi del DPCM del 1° marzo2020 emerge però un’anomalia. Si prevede, infatti, che in caso si debba certificare, ai fini INPS, l’assenza dal lavoro, sia consentito il rilascio di una dichiarazione indirizzata anche al datore di lavoro in cui si dichiara che il lavoratore è stato posto in quarantena. Una violazione della privacy?
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Gdpr violato, doppia multa per Eni Gas e Luce: 11,5 milioni di euro , 28.02.2020

La società è stata doppiamente sanzionata dal Garante della Privacy, per trattamenti illeciti dei dati nelle attività di telemarketing e teleselling e per conclusione di contratti non richiesti nel mercato libero della fornitura di energia e gas.
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Privacy, oltre 400 milioni di euro di sanzioni in Europa nel 2019, 24.02.2020

Ammontano a circa 410 milioni di euro le sanzioni che sono state inflitte lo scorso anno in 190 procedimenti condotti dalle autorità di controllo per la protezione dei dati personali europee. A riferirlo, è il rapporto di uno studio dell’Osservatorio di Federprivacy in cui sono state analizzate le fonti istituzionali dei trenta paesi dello Spazio Economico Europeo (SEE).
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Lavoro: è illecito mantenere attivo l’account di posta dell’ex dipendente, 21.02.2020

Commette un illecito la società che mantiene attivo l’account di posta aziendale di un dipendente dopo l’interruzione del rapporto di lavoro e accede alle mail contenute nella sua casella di posta elettronica. La protezione della vita privata si estende anche all’ambito lavorativo.

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Reati tributari: responsabilità 231 se mancano i modelli organizzativi, 17.02.2020

Dopo il passaggio alla Camera, il decreto fiscale 2020 estende notevolmente la responsabilità amministrativa di società ed enti in caso di reati tributari. Tuttavia, l’ente andrà esente da responsabilità nell’ipotesi in cui provi che l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi ovvero nel caso in cui le persone abbiano commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione. In mancanza dell’adozione di tali modelli la responsabilità amministrativa 231 è sempre sussistente, sulla base dell’inversione dell’onere della prova che grava sulla società.
 
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Gestione documentale: quali vantaggi per le aziende? 14.02.2020

Quello della gestione documentale è un tema molto articolato, di cui spesso non si conoscono tutti gli aspetti. Abbiamo veramente la cognizione di cosa significa “gestione documentale”? Siamo veramente consapevoli di quali siano i vantaggi di gestire i documenti con sistemi informatici all’avanguardia? E soprattutto, a cosa andiamo incontro nel gestire i documenti in modo analogico e senza un supporto informatico? Anche la
normativa, in questo senso, “spinge” affinché le aziende si dotino e facciano sempre più uso di sistemi di Document management, siano essi gestiti internamente all’azienda o utilizzati in modalità cloud, molto spesso tramite società terze in configurazione “software as a service” (SaaS).

Proviamo a fare luce su questo argomento analizzandone i principali elementi.

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I dati che rendono identificabile una persona devono essere rimossi dal web, 10.02.2020

Deve essere rimossa dal Google la Url contenente una notizia non più attuale e non aggiornata, relativa ad un rinvio a giudizio avvenuto dieci anni prima, riguardo al quale era poi però intervenuta una sentenza definitiva di assoluzione. Il Garante ha sottolineato che il pregiudizio subito dal professionista interessato dalla reperibilità sul web della Url in questione non poteva ritenersi bilanciato da un interesse della collettività a conoscere informazioni che risultavano inesatte e non aggiornate alla luce degli sviluppi procedimentali avuti poi dalla vicenda.

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