Data breach più che raddoppiati in un anno. Nel 2018 rubati 4,5 miliardi di dati, 23.11.2018

Secondo il rapporto Breach Level Index 2018 della società di sicurezza digitale Gemalto, nel primo semestre di quest’anno sono stati compromessi oltre 4,5 miliardi di dati, in aumento del 133% rispetto al rapporto dello scorso anno. Sono oltre 25 milioni di record di dati persi o rubati al giorno, oltre un milione ogni ora, oltre 17 mila al minuto e 291 al secondo.
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Registro delle attività di trattamento dati anche per i commercialisti , 19.11.2018

Il Garante della privacy, con un comunicato dell’8 ottobre, ha reso nota la pubblicazione sul proprio sito delle istruzioni relative all’obbligo di tenuta del registro delle attività di trattamento previsto dall’art. 30 del regolamento 2016/679/UE, con una serie di FAQ. Il Garante, inoltre, ha fornito due modelli di “registro semplificato” delle attività di trattamento del titolare e del responsabile per le PMI.
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Privacy 4.0: il "complesso" rapporto tra GDPR e nuovo codice, 13.11.2018

Con il nuovo Codice Privacy l’Italia adegua la disciplina nazionale alla privacy europea del GDPR. Nonostante sia chiaro che la fonte normativa primaria per il trattamento dei dati personali resta il GDPR, può non essere sempre evidente alle imprese e ai professionisti quale disciplina applicare nei casi specifici. Conseguentemente, è importante chiarire il rapporto tra il GDPR e il nostro Codice Privacy in riferimento ai diritti degli interessati, ai principi applicabili e alle figure deputate al trattamento dei dati personali.
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Anticorruzione: Daspo e agente sotto copertura per ridare competitività al Paese, 9.11.2018

Daspo a vita per i corrotti, corruttori condannati a più di due anni di reclusione e la possibilità di una riabilitazione solo dopo 15 anni, previa buona condotta e pena espiata. Sono solo alcune delle novità contenute nel disegno di legge “Spazza Corrotti”, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri e che interessano anche le imprese coinvolte in tangenti su appalti e lavori con la Pubblica amministrazione. Previsti, inoltre, gli “agenti sotto copertura”, infiltrati negli uffici della Pubblica amministrazione e l’aumento delle pene per il reato di corruzione.
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Nuovo Codice Privacy: restyling per le sanzioni penali, 16.10.2018

Il nuovo codice della privacy, in vigore dal 19 settembre 2018, relativamente alle sanzioni penali sembra muoversi su due fronti. Da un lato, opera una depenalizzazione di alcune fattispecie incriminatrici previste dal vecchio codice della privacy con l’obiettivo di scongiurare i rischi di violazione del principio del ne bis in idem tra sanzioni penali ed amministrative. Dall’altro, introduce nuove ipotesi di reato. Tra queste, il reato di comunicazione e di diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento dei dati su larga scala. Quali sono le altre ipotesi di reato?
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Per la privacy del lavoratore vecchie regole fino alla valutazione del Garante, 12.10.2018

Tra le modifiche apportate dal DLgs. 101/2018 al Codice della privacy (DLgs. 196/2003), al fine di adeguarlo al Regolamento Ue 2016/679 (GDPR) in materia di protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libera circolazione di tali dati, vi sono anche quelle che hanno delle ricadute sulla gestione del rapporto di lavoro.
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Whistleblowing: sempre più centrale il ruolo del lavoratore nel contrasto agli illeciti, 9.10.2018

Agevolare un flusso informativo da parte dei lavoratori su illeciti ed irregolarità endoaziendali. È la finalità del whistleblowing italiano. Ma mentre in Italia la denuncia di un reato rimane espressione di una facoltà, la più recente normativa comunitaria potrebbe prospettare uno scenario diverso. Il riferimento è alla Decisione (UE) 2018/889 del Consiglio UE 2018 per la prevenzione del terrorismo. L’art. 3 impegna gli Stati membri a valutare “la possibilità di incoraggiare l’opinione pubblica a fornire alle autorità competenti un aiuto concreto e specifico che possa contribuire a prevenire i reati di terrorismo e i reati previsti dalla presente convenzione”. La figura del lavoratore-whistleblower sembra uscirne rafforzata.
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La privacy 4.0 ridisegna il sistema sanzionatorio per punire gli illeciti, 8.10.2018

Le modifiche al codice della privacy per adeguare la normativa italiana al GDPR introducono nuove ipotesi di reato per chi non è in regola. L’obiettivo è aggiornare la disciplina in materia di trattamento dei dati alle esigenze della digital transformation, all’impiego delle nuove tecnologie, al fenomeno dei big data e dei grandi archivi. Innovativa, tra le altre, è l’ipotesi di reato di “comunicazione e diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento su larga scala”, che punisce chiunque comunichi o diffonda un archivio automatizzato o una parte sostanziale di esso contenente dati personali oggetto di trattamento su larga scala.
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Responsabilità 231 anche per gli studi professionali, 5.10.2018

Sulla scorta di una precedente decisione e aderendo alle posizioni di parte della dottrina, il Tribunale di Milano, con un decreto del GIP depositato lo scorso 23 agosto, ha riconosciuto la possibile sussistenza di una responsabilità ex DLgs. 231/2001 nei confronti di un’associazione professionale.
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Per i reati in contratto il profitto sequestrabile dipende dal corrispettivo incassato per i raggiri, 2.10.2018

Nei reati derivanti da un contratto avente ad oggetto prestazioni illecite, il profitto sequestrabile è pari al corrispettivo incassato in ragione degli artifici e raggiri posti in essere nell’esecuzione dell’accordo. Tale principio viene ribadito dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 33092 depositata ieri, in relazione ad un sequestro ordinato nei confronti di una società, accusata del reato di truffa aggravata nell’ambito dell’attività di gestione di rifiuti (artt. 19, 53 e 24 del DLgs. 231/2001).
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