Come noto, il 25 dicembre 2019, è entrata in vigore la Legge n. 157/2019 che ha convertito il c.d. “Decreto fiscale” (D.L. n. 124/2019). L’art.39 del D.L. 26 ottobre 2019 n. 124 ha inserito i seguenti reati tributari nel novero dei reati presupposto di cui al D.lgs. 8 giugno 2001, n. 231:
– dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (Art. 2 del Dlgs n. 74/2000);
– dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (Art. 3 del Dlgs n.74/2000);
– emissioni di fatture per operazioni inesistenti (Art. 8 del Dlgs n. 74/2000);
– occultamento e distruzione di scritture contabili (Art. 10 del Dlgs n. 74/2000);
– sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (Art. 11 del Dlgs n. 74/2000);
– dichiarazione infedele (art.4, d.lgs. 74/2000), omessa dichiarazione (art. 5, d.lgs. 74/2000) e indebita compensazione (art. 10-quater, d.lgs. n. 74/2000), qualora esclusivamente commessi nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri, al fine di evadere l’IVA per un importo superiore a 10 milioni di euro.
L’inclusione dei sopracitati reati presupposto ha aperto importanti riflessioni sull’efficacia degli strumenti di prevenzione per quanto concerne gli illeciti fiscali e sulle correlate modalità d’integrazione all’interno dei sistemi di controllo e di gestione dei rischi già implementati nelle imprese.
Con il presente articolo, ci si vuole soffermare, in particolar modo, sul sistema del Tax Control Framework (TCF), quale idoneo presidio a supporto di una maggiore robustezza ed affidabilità del MOG 231 in materia di rischio fiscale.
Per maggiori approfondimenti si rinvia all’articolo allegato.
Buona lettura.